Piccolo spunto di discussione: in fiction, gestite “a lungo termine” le conseguenze di un attacco subito da un pg?

Piccolo spunto di discussione: in fiction, gestite “a lungo termine” le conseguenze di un attacco subito da un pg?

Piccolo spunto di discussione: in fiction, gestite “a lungo termine” le conseguenze di un attacco subito da un pg?

Esempio pratico: durante una lotta concitata, la creatura X addenta in profondità il braccio del pg che regge l’arma infliggendo Y danni. Se una ferità del genere è tale che in fiction impedirebbe di reggere l’arma, applicate la cosa? E dopo il combattimento fate “giocare” la medicazione?

Se poi conoscete materiale di qualcuno che ha voluto approfondire questo aspetto, linkate pure a più non posso 😀

6 pensieri riguardo “Piccolo spunto di discussione: in fiction, gestite “a lungo termine” le conseguenze di un attacco subito da un pg?”

  1. Io di solito tendo a passarci sopra e a non descrivere conseguenze troppo problematiche, a meno che non ci siano armi con la tag devastante o altre buone ragioni per fare altrimenti.

    Anche in quel caso, io tendo a essere “buono” per gusto personale, perché non mi piace troppo mandare in giro personaggi menomati.

    So che gli autori sono molto più severi in merito e credo che non ci sia niente di male a esserlo: basta raggiungere un accordo – anche tacito – con gli altri giocatori su come verranno gestite questo genere di cose.

  2. Io sono crudele invece.

    Quando ho l’opportunità di fare del male lo faccio, e gestisco le mie scelte coerentemente con i precedenti.

    Quindi se un mostro ha la tag devastante le sue ferite saranno profonde e faranno un male cane.

    Esempio: un guerriero una volta entrò in corpo a corpo con una specie di aberrazione che aveva un lungo aculeo di metallo alla fine della coda.

    Su un 7-9 in assalire io dissi come il guerriero concretizzò il suo attacco, ma descrissi anche il lungo aculeo della creatura scendere su di lui, entrare nella spalla dall’alto e fermarsi a pochi cm da organi vitali.

    Quando provò a usare quel braccio gli dissi che il dolore era lancinante e a malapena riusciva a muoverlo.

    Per la cura: aveva una pozione magica. Altrimenti curare la ferita sarebbe stato uno sfidare il pericolo (e il pericolo era l’infezione e la gravità della ferita in genere).

    Non lo gestisco sempre così, tengo conto di come mi dicono che attaccano e di quali sono le capacità dei mostri.

Lascia un commento