35 pensieri riguardo “… :O”

  1. Oh, ricordo che per lunga tradizione in Locanda non si parla male di cose che non siano connesse in qualche modo a Dungeon World. Vorrei evitare che partisse lo sfottò o il tiro al bersaglio all’autore dell’articolo, per il semplice fatto che vorremmo stare fuori da futili flame.

  2. Oltretutto ci sta parecchio da leggere in questo articolo, poco da sfottere. Nel 2015 ci sono ancora giocatori che hanno giocato solo d&d 3.5 e WoD e sono talmente convinti che esistono solo questi da fare un articolo simile. Significa che non stiamo raggiungendo i gruppi (lo dico da editore) e che secondo me bisogna cambiare strategia. Anche se in parte ci si prova, sono sempre più convinto che ci sia più di quello che si vede in fiera o dai propri riscontri.

    Bisogna raggiungere i piccoli negozi, piccole associazioni e quindi i micro gruppi.

    Dall’altro lato che il GDR puó fare ancora molto di più, attenzione non si tratta di mainstream, indy, classico o quel che volete il discorso è generale e riguarda tutti.

  3. infatti la mia faccina non era da sfottò ma perplessa!E ci tenevo a condividere il contenuto con chi ha visioni differenti da quelle espresse nell’articolo.

    Mi piacerebbe che ogni tanto pensaste anche che non sempre quello che posto possa essere una uscita alla catso.Mi dispiace se ho urtato la sensibilità dell’amministratore ma sarebbe carino se prima di accusare chiedesse…grazie.

  4. ma allora perché il master non lascia i fastidiosi giocatori a casa propria, si fa tutta l’avventura da solo, tiri compresi, e poi telefona ai giocartori per dirgli com’è andata?

    scrivo qui perché non ho voglia di entrare nella community apposita.

  5. non l’ho letto tutto, ma mi pare che stia dando dei consigli, nella sua prospettiva, per snellire le giocate.

    e si appoggia a un dato che molti percepiscono come problematico: la mancanza di ricambio generazionale nell’hobby.

  6. io sono molto egoista da quel punto di vista Giovanni.

    Per me non è un problema a cosa giocano gli altri.

    Diventa un problema quando i pregiudizi impediscono a me di giocare. ^_^

    Per quello mi occupo dei gruppi con cui sto a contatto e non cerco di diffondere attivamente modi diversi di giocare.

  7. Alla fine l’articolo è riassumibile in: ho notato che molti gruppi si perdono in ore di creazione del personaggio e poi fanno al massimo una sessione di gioco e poi finita lì. Soluzione: comprare (o scrivere) un’avventura pre-fatta e far scegliere ai giocatori dei personaggi pre-fatti. Segue l’elenco dei vantaggi di questa scelta.

  8. Daniele Di Rubbo​ certamente commenterò in maniera più esaustiva ma vedo anche che a volte fai mille parole per altri argomenti mentre con me non ci pensi due volte…e non è la prima volta!L’unico problema è che purtroppo io ci rimango male essendo tu coinvolto ma sono problemi di sensibilità mia…

  9. Io non ho parlato di diffusione di un modo diverso di giocare… io parlo di diffusione del gioco. A me non interessa cosa giochi, con chi giochi e come lo fai.

    Parlo in generale del fatto che si continua a giocare solo e ancora “DnD e WoD” e si è talmente convinti che esista solo questo da creare un articolo del genere.

    Non è questione di diffondere modi diversi di giocare, qui ci sono problemi di fondo, la comunicazione non raggiunge i gruppi e si rimane bloccati agli anni 90… E non è un problema tuo (il tuo è un normale diritto di giocare quello che vuoi senza pregiudizi), è un problema di editori qualsiasi tipo di gdr tu venda.

  10. Mi dispiace se ci rimani male. Se rileggi le mie parole, il mio era solo un avvertimento per non far degenerare la discussione.

    Se avessi visto chiaramente la polemica o lo sfottò verso un esterno che avrebbe potuto percepire la Locanda come un luogo avverso di presa in giro ingiustificata, avrei direttamente escluso il post dalla community, come già fatto in passato (per dir la verità, all’inizio si era anche più severi).

  11. Giovanni mi sfugge sempre che sei un editore e che per gli editori ci sono problemi molto diversi che per i giocatori.

    Il cambio di mentalità avviene giocando, parlando, creando punti di aggregazione via internet o IRL che abbiano come punto centrale la voglia di conoscere modi diversi di giocare.

    Ma a un negozio cosa interessa di più vendere?

    La valanga di volumi che gli sono rimasti sul groppone di d&d, wod, warhammer (con allegato tutto il marketing intorno) o i due manuali di un autore indipendente?

  12. Sono concorde. Non è questione di autore indipendente, autoprodotto. A me bastano come autoproduttore anche solo la mia cerchia di amici. Se vogliamo non sono nemmeno miei problemi.

    Prendi Savage World o un Numenera pensi che li conosca o ci abbia mai giocato? 

    Secondo me un metodo per raggiungere i gruppi deve esserci, le fiere, le CON qualcosina fanno ma ci sono altre realtà i Negozi, le Associazioni e i singoli Gruppi.

    Bisognerebbe farle uscire dal guscio, internet li sta portando a galla, è evidente… però secondo me non abbiamo trovato il metodo di farli uscire dal guscio, sta succedendo in modo naturale solo grazie ai Social e internet…

  13. quella è anche questione di informazione.

    Numenera fece scalpore per l’autore.

    In compenso nel mio circolo di amici di giuoco Numenera è stato accolto con relativa freddezza. Mentre Night Witches è stato seguito molto di più.

    Ci sono una serie di barriere:

    A) Ti informi sulle nuove uscite oppure no?

    B) Quali sono i canali che segui attivamente?

    C) Ci sono canali verso i quali sei attivamente prevenuto?

    Per fare un esempio: io non mi informo attivamente. Seguo attivamente alcuni miei amici che si informano e dei quali mi fido perché li ho selezionati in base a gusti, esperienze di gioco condivise, discussioni ecc ecc. Sono automaticamente diffidente verso alcuni canali di comunicazione (tipo: mi feci una bella risata vedendo il rant di Rein·Hagen e le sue idee per rilanciare i gdr).

    Di base un gioco su cui ho pregiudizi non lo cerco, ma se capita l’occasione gli do una o due opportunità.

    Questi sono i canali di una persona.

    In genere in un gruppo di giocatori di ruolo (nella mia esperienza gravitiamo tra le 4 e le 7 persone, con una grossa media di 5) a informarsi è una persona sola (quando lo fa) e si ferma a un paio di canali.

    A volte è un negozio di fiducia, a volte una discussione su internet.

    In genere le sue idee vanno poi a confrontarsi con quelle del gruppo, che possono essere accolte i malomodo o in con benestare, a seconda delle dinamiche interne.

    Il punto è che, da mia esperienza, il gruppo medio di giocatori di ruolo è disinteressata alla novità e vive il gioco come un rituale da fare e rifare. Non lo vive con il gusto di provare le novità e giocare in modo diverso, ma di confermare le dinamiche tribali dello specifico gruppo di gioco.

  14. Il problema è trovare il mezzo per stimolare il punto A, … e portare ad uscire dal gruppo di 4 o 5 giocatori. Molto spesso questo non avviene perchè non raggiungi il gruppo…

    Tu conosci Numenera e ti ha lasciato freddo, ma lo conosci la differenza è questa… I gruppi non lo conoscono e non hanno avuto possibilità di farsi un opinione… 

    Non è questione di rituali, è che non li hai raggiunti. Nel mio caso che sono un autoproduttore oltretutto poco presente nelle fiere, il problema è ovvio, io raggiungo solo per passaparola e un 2% da persone che si informano da sole.

    Ma sono sicuro che se gli chiedi di Carcassone, Agricola o il resto sono sicuro che almeno per nome li conoscono…  e non sono rimasti a Monopoli.

  15. Ripeto che non è questione di rituali, non li hai raggiunti (problema già discusso dal 99 ad oggi…). Non ci si puó ancora nascondere dietro le scuse dei gruppi rituali. Non ho mai visto un nuovo gruppo, non esser curioso di provare altro, poi possono dirti mi fa schifo torno a giocare quello che piace a noi e questa è altra questione. Ma intanto li hai raggiunti!

    Invece qui non raggiungi i vecchi che propongono soluzioni a problemi risolti da almeno 15 anni, o escono dal gruppo dicendo di aver creato il gioco del secolo (anche questo è dovuto allo stesso problema). Non raggiungi nemmeno i nuovi che non sanno nemmeno di cosa parli.

    Come tale fra 15 anni ci ritroviamo ancora a parlare di queste cose, forse no perchè la comunicazione passa per internet e il traffico cresce…

     È un problema di comunicazione ed è un problema di accessibilità. Qualcosa si è fatto ma purtroppo senza la forza, probabilmente anche economica di azzardare di più non si supera lo scoglio.

    Cosa che i genitori giochi da tavola hanno abbattuto da un pezzo… 

  16. Daniè fai le somme però. Quanti gruppi ti chiudono la porta in faccia, quanti invece hanno provato?

    Io sbagliavo a pormi. È un problema di comunicazione nel porsi, accessibilità penetrazione nel caso di rifiuto.

    Oggi se so che un gruppo conosce un mio gioco e non lo gioca, non sto di certo a pregarti di farlo, chi sono io per scegliere a cosa devi giocare? Il problema è che molti non lo conoscono e nel mio caso è normale.

    Ma quanti gruppi non sapevano nemmeno che esistevano altri gdr, sono disposti a provare?

    Io da piccolo che sono posso dirti che sono più di quelli che credete. Altrimenti io avrei chiuso da un bel poco i battenti.

    Il gruppo qui su gplus al 95% mi ignora eppure io posso dirti tranquillamente che un gioco come forest keeper ha venduto oltre 1200 copie… (che sono poche per carità, io sono il più becero degli autoproduttori) molti di questi erano gruppi di persone che non sono mai state raggiunte e che giocavano nel loro gruppo rituale chiamamole così. E non sapevano nulla di altri gdr… e mai si sono interessati perchè nessuno gli aveva proposto altro.

  17. Giovanni Micolucci​, in effetti devo ammettere che anche io, per anni, ho sbagliato il modo di pormi, ma devo comunque ammettere che, nella mia esperienza, la maggior parte dei gruppi che ho conosciuto rientra in uno “schema chiuso” più facilmente che in uno “schema aperto”.

    Anche per me 1.200 vendite di un singolo gioco sono parecchie. 😉

  18. Si Simone Micucci​ certo. A parte nei periodi immediatamente vicini a Lucca Comix in cui la gente si informa maggiormente ci sono poche correlazioni (quest’anno sta avendo lo stesso effetto il Play…).

    In generale Forest Keeper attrae per la grafica e ha fatto tanto per la mentalità open con cui è stata sviluppata, molti hanno contribuito a fare il gioco. Il pdf è stato free a lungo e in generale si è diffuso grazie al passaparola e molto anche grazie alla pirateria. Il manuale mi piace, voglio il cartaceo… (ancora oggi nonostante il pdf sia facile da procurare FK qualche copia la vende…).

  19. Daniele Di Rubbo​​ io questo problema non lo sto avendo più, in generale chiedo se un gioco lo vogliono provare. Se mi dicono ok, giochiamoci è bene se no, non cerco di convincerli (ammetto che prima lo facevo! Sono tentato anche oggi, ma è controproducente). Dopo un paio di giochi che sono passati ora il mio gruppo è aperto a provare tutto… 

  20. cazzo, lo sapevo che stamattina dovevo subbare invece che tenermi aperta la scheda “da leggere più tardi”

    sono arrivato a metà, ho pensato “ma che cazzo sto leggendo?” e poi “spetta che chiedo a Simone che diavolo ha postato”

    ora mi prendo il tempo di leggere i vostri commenti

    ah, #ogniGiornoUna comunque

  21. Ah ma vedo che non parlate dell’articolo, peccato. Vabbeh, il discorso è cmq interessante.

    Giovanni, come vorresti tu raggiungere un gruppo di giocatori se non c’è una iniziale apertura da parte loro? Cioè, se a me hanno insegnato dnd e conosco solo dnd e gioco dnd… come vuoi, tu, arrivare a me? Da che porta passi se sono murato in cantina?

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