Credete che si possa conciliare la filosofia sandbox dietro ai giochi Old School con DW?

Credete che si possa conciliare la filosofia sandbox dietro ai giochi Old School con DW?

Credete che si possa conciliare la filosofia sandbox dietro ai giochi Old School con DW? Affermando questo intendo anche l’ utilizzo di generatori casuali per incontri, ambienti etc 

29 pensieri riguardo “Credete che si possa conciliare la filosofia sandbox dietro ai giochi Old School con DW?”

  1. Daniele Di Rubbo non capisco il tuo odio per i generatori casuali: fermo restando il seguire le regole, la fiction, ecc., che differenza fa se su quando fai una mossa dura la fazione la generi casualmente invece di inventarla ex novo, se i nomi dei png e l’aspetto li tiri invece di sceglierli da una lista, ecc.

    A parte che secondo me i fronti di DW sono estremamente sandbox.

  2. È che in realtà in Dungeon World non c’è nulla di veramente casuale. Se fai una scelta non vuoi che sia casuale; la fai in maniera consapevole. Quanto ai nomi casuali anche io uso liste di nomi casuali, ma fare un’avventura casuale per Dungeon World non ha alcun senso.

  3. Credo che nello zen di DW ci sia da aggiungere “non c’è nulla di veramente casuale (eccetto i nomi)”. Credo che il senso sia che negli elementi narrativi e di trama sia può bello improvvisare con gli ingredienti forniti dai PG o cose che si intonino e si abbinino con lo spirito della campagna.

    Da musicista mi sembra di poter fare un’analogia con il concetto di Jam. Si parte su una scala, con un tempo, con un ritmo e poi si crea estemporaneamente. Se in modo casuale pesco un lick country e lo metto in una jam blues il risultato potrebbe non essere entusiasmante.

  4. esatto.

    Un conto è fare una lista casuale tipo:

    qualcuno in difficoltà

    qualcuno pericoloso

    un agguato

    i resti di uno scontro

    le tracce di un nemico

    le tracce di un alleato

    e allora adatti la cosa alla tua campagna. Ma non è che puoi fare un elenco prefatto di mostri standard. Non esiste come concetto in DW. Standard, a livello di ambientazione, è da rimuovere come parola.

    E comunque, in ogni caso, è comunque meglio usare le mosse di DW, che la lista sopra.

  5. Vi suggerisco di dare un’occhiata a qualcuno dei generatori di cose online.

    io personalmente faccio generare una serie di cose da tenere a portata di mano, da cui scelgo (adattando alla situazione) nei momenti in cui la fiction non porta in una direzione specifica. È un po’ come usare ingredienti che di solito non usi in cucina.

  6. il che è già diverso dall’esperienza sandbox, dove tiri e quel che esce, esce, senza alcun riguardo per la “storia”. E io apprezzo molto una cosa del genere, in generale, ma con DW non c’azzecca proprio.

    Nicolò Mencaraglia come dice il DDR; il consiglio spassionato è: non so quanto tu abbia giocato a DW, ma prima giocalo così com’è, e quando lo conoscerai bene, potrai houserulare tutto ciò che ti pare! Altrimenti semplicemente si finisce sempre al solito “we tried baseball and it didn’t work”.

  7. Paride Papadia ma infatti come fai tu è diverso da farsi una lista di roba da tirare casualmente.

    Fondamentalmente ti informi prima su una serie di cose, che in un momento opportuno tiri fuori e contestualizzi.

    Prendere spunto da materiali di ispirazione a quel modo è più o meno equivalente a leggere libri, fumetti, guardare film ecc ecc e appuntarsi mentalmente le idee che sembrano fighe e interessanti.

  8. Saverio Porcari dovrei mettere in ordine i miei link, è una cosa che volevo fare in un post di blog ma questo periodo non ho più di 3 minuti di pausa alla volta. Mi dovresti mandare una lista delle cose che ti ho promesso, per farmi sentire in colpa.

    Vi faccio qualche esempio di generatori che non inficiano assolutamente la parte fiction driven di DW, cioè che si possono usare per aggiungere elementi che possono o espandere la fiction, o essere solo immersivi:

    Oggetti strani in un laboratorio di alchimia

    Nomi di discipline in un collegio magico

    Avventori in una locanda

    Isolati in una città

    Passanti

    Titoli di libri in una biblioteca

    Tesori sotto forma di oggetti d’arte

    Tatuaggi orcheschi

    Alessandro Gianni Extreme Sandbox! Dove tutto è casuale. 🙂

    In una sandbox normalmente ci sono luoghi con cui interagire, fazioni che hanno i loro programmi (come i pericoli di DW), avvenimenti programmati, non solo tabelle casuali per tutto. Sicuramente manca il concetto di “seguire una storia”, ma c’è fortissimo il concetto di “seguire le azioni dei personaggi”.

  9. c’era già in passato chi ha confuso DW col sandbox… Mi sa che il DDR se lo ricorda.

    Le cose che generi casualmente te non hanno niente a che fare col sandbox però. Sono roba di colore, non elementi della storia! Immagino che al massimo, 1 su 100 poi può dare spunti per fronti. Nel gioco sandbox, che lo determini casualmente o meno, nel dungeon c’è quel mostro, punto; non crei il mostro basandoti, che so, sulla quest del paladino. E’ quello e basta.

  10. Be’ io gioco abbastanza secondo il principio della pistola di Checov

    Da 1q84 di Murakami

    – Cechov ha scritto: «Se in un romanzo compare una pistola, bisogna che spari».

    – Che significa?

    Tamaru si mise in piedi di fronte a Aomame. Era più alto di lei solo pochi centimetri.

    – Vuol dire che in un racconto non si devono introdurre oggetti se non sono necessari. Se in un racconto spunta una pistola, è necessario che a un certo punto della narrazione venga fatta sparare. Cechov amava scrivere racconti privi di fronzoli.

    L’espressione “la pistola di Čechov” si riferisce a una situazione o a un altro elemento della storia che appare all’inizio della vicenda ma di cui si comprende il significato, attraverso una improvvisa rivelazione, solo più avanti. Nella cinematografia recente uno dei casi più noti si trova nel film Il sesto senso, in cui la scena iniziale appare non correlata e non correlabile) al resto della storia fino alla fine, quando viene rilevata la vera natura del protagonista.

    Tornando a DW, se io faccio trovare qualcosa poi quel qualcosa avrà (di solito) un ruolo nella storia a venire o si collegherà con la storia precedente narrata. Certo che se metto 100 oggetti e i personaggi si incuriosiscono su uno in particolare, sarà quello a diventare la pistola di Chechov. 😉

  11. certamente, questa è una questione di gusto del master. Però supponiamo che i pg entrino in una biblioteca e si mettano a leggere le coste dei libri di uno scaffale. Non mi prendo la briga di dargli 20 titoli. Se lì per lì mi va di fare una mossa, oppure se fanno percepire la realtà e mi chiedono qualcosa di utile e decido di fargli trovare un libro particolare questo libro avrà una certa importanza.

  12. Eh, chiedevo perchè avendo comprato tempo fa “D30 Sandbox Companion” ero curioso di vedere come funzionasse in DW. 

    Anche solo per dare un po’ di colore ai viaggi e inserire qualcosa che non riguardi direttamente i pg. La maggior parte delle situazioni viene ideata giocando sulle risposte alle varie domande del master, ma solitamente questo crea elementi che poi diventano fondamentali per la storia dato che quest’ ultima si forma in questo modo, è un processo a catena che si ripete insomma. Per questo mi domandavo se sia così sbagliato inserire qualcosa di slegato dai pg (carovane di mercanti asiatici lungo la strada; assassinii, impiccagioni, condanne al momento dell’ ingresso in città nuove e via dicendo) ma sempre in relazione alle condizioni che determinano loro, nel caso ci siano ovviamente.

    Per quanto riguarda il sandbox invece credevo fosse proprio di base. Una serie di pericoli, slegati o no, i quali agiscono logicamente seguendo la storia e le azioni dei pg, non corrisponde praticamente al contrario di railroading?  E sandbox non è l’ opposto di railroading? 

  13. Mi avventuro su un terreno e su terminologie che non padroneggio totalmente, ma secondo una mia interpretazione penso le tre concezioni si potrebbero riassumere brutalmente così.

    il railroading cercare di far vivere ai pg l’avventura così com’è scritta ponendo loro un set limitato di opzioni previste tipo librogame.

    ->”adatta la vita dei pg all’avventura preparata”

    il sandbox mi pare una modalità più vicina a quella dei videogiochi di ruolo dove esiste un mondo con millemila png e quest secondarie e i personaggi incapperanno solo in qualcuna di queste ed altre storyline resteranno inesplorate.

    ->”prepara o predisponi un mondo infinito e poi i pg sceglierano qua e là quello che a loro interessa”

    L’approccio di dw invece mi sembra diverso ancora ed è improntato a creare sul momento le cose che interessano ai PG basandosi anche sulle cose che “creano loro” con determinate mosse e con le risposte alle tue domande. 

    ->”Adatta e crea l’avventura ed il mondo poco a poco, basandoti su quello che interessa ai pg e tutto il resto lascialo come spazio bianco”

  14. Intendo la forzatura, da parte del master, a seguire la storia da lui creata secondo il suo metodo di risoluzione degli eventi. Quindi per esempio i pg devono sconfiggere per forza quel png, alla locanda devono fare questo, al tempio quest’ altro etc, senza o con poche possibilità di scelta da parte dei giocatori. 

  15. Io utilizzo una serie di generatori casuali, sia software che cartacei, incluso il D30 sandbox companion.

    Cosa uso:

    Generatori di stanze; di armi, di monete;

    luoghi strani, luoghi orrendi;

    Generatori di nomi; tratti somatici; tratti caratteriali;

    Generatori di locande; bancarelle; nomi di vie; negozi a caso.

    Oggetti d’arte, libri; gemme e qualche oggetto semi-magico.

    Cosa NON uso:

    generatori di Stat per i PNG. Di mostri (me li genero io).

    Di avventure, plot e controplot; reazioni ai PG;

    Deviazione dal percorso, tempo atmosferico.

    Finché non prevaricano le regole di DW, i generatori sono utili.

    Almeno per me, che ho tanta fantasia, ma non infinita.

  16. ok infatti avremmo avuto un problema di definizioni. ^^

    No, non esistono solo quelle due modalità di gioco e il sandbox non è il contrario del railroading.

    Però è un discorso estremamente lungo da fare qui, e per farlo dovrei parlare di altri giochi, tipo La Mia Vita col Padrone e Montsegur1244. Dove determinate parti della giocata sono inevitabili e il gioco parla proprio di scelte.

  17. ninjato! Ma lascio il post così com’era.

    eh appunto. Se non ti va di spendere preziose energie mentali su che gemme trovano i personaggi nel tesoro e li tiri su una tabella, ma fai come ti pare. Però non è questo il sandbox; il sandbox è una precisa esperienza di gameplay, non è che se usi tabelle casuali per i dettagli allora stai mettendo un po’ di sandbox nel gioco. Il sandbox (quando si parla di generatori casuali e non di scelte arbitrarie) è: tiro casualmente le caratteristiche di una città (che oggetti sono disponibili, che tipo di governo c’è, ecc.) e annesse quest, i dungeon, i mostri all’interno, il tesoro, ecc. E’ l’idea di un intero mondo che esiste al di là dei personaggi, dove i personaggi non seguono una trama, ma fanno ciò che gli pare; un mondo che è ricco di spunti ma non è stato costruito intorno a quei specifici pg. E’ sicuramente un modo divertente per giocare D&D. Puoi farlo anche in DW, ma è qualcosa che non c’entra niente. Puoi anche giocare a scacchi inserendo nuovi pezzi a buffo*, ma ti conviene essere ben pratico del gioco prima di farlo.

    Una volta giocai sandbox con Dungeon Crawl Classics; l’idea era quella di un mega-dungeon che si estendeva per tutta la regione, con vari ingressi, varie quest disponibili, un sacco di fazioni indigene e quant’altro. Lo creai con How to Host a Dungeon. Divertentissimo fino alla seconda sessione. Dopodiché siamo tornati a DW perché non c’avevo assolutamente possibilità di preparare stat su stat di tutti i mostri che potevano o meno essere incontrati dai pg, che potevano o meno morire in un colpo, ecc…

    *http://en.wikipedia.org/wiki/Fairy_piece

  18. Nicolò Mencaraglia dato che non esiste un vocabolario comune (o meglio, esistono, ma non tutti li conoscono o ne accettano l’uso) e dato che molti termini sono comunque da spiegare a fondo, impelagarsi in certe discussioni è un po’ rischioso. Come diceva Simone Micucci questo non è il luogo adatto. 

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