un Barbaro e una porta magica
Il gruppo si trova all’esterno di una torre dove vivono in isolamento degli studiosi. I Pg hanno necessità di incontrarli, ma ciò è vietato […] ed inoltre La Torre non ha nessun ingresso.
Valutano diverse ipotesi fino a quando non trovano un circolo di pietre […] appena fuori la torre che funge da porta.
Il giocatore del barbaro si fa avanti…
Pg: come posso fare ad attraversare questa porta?
(Attiva qualche mossa, ora non ricordo)
Gm: hum, questi studiosi bramano la conoscenza, ma non gradiscono visite. Potresti offrire qualcosa in cambio, qualcosa che tu sai, in modo che ti ricevano. Deve essere qualcosa a cui tieni, che però poi dimenticherai.
Pg: (ci pensa un attimo) questa è la mia spada, appartenuta a mio padre e al suo prima di lui e così via per generazioni. La sua storia, ed il significato che ha, è tutto per me. Io consegno tutto questo agli studiosi. E qui dimentico anche il nome di mio padre.
Molto soddisfacente 😀
Figo! Gli hai spiegato i requisiti o le conseguenze e hai chiesto.
La cosa che sempre mi gratifica
Sorprendendomi, e che questi Saggi erano stati solo accennati in una precedente sessione. Poi hanno deciso di cercarli (e abbiamo giocato il viaggio etc.), ma tutto è venuto fuori giocando, non avevo alcuna idea di dove potessero trovarsi, se li avrebbero accolti. Si era detto che redigevano delle cronache del mondo e vivono in isolamento.
Il giocatore del barbaro aveva
In diverse circostanze parlato del legame con la sua spada e del valore che questa aveva per lui, era la sua eredità e ciò che legittimava le sue azioni e le sue pretese sulla sia terra d’origine.
E all’improvviso, la scintilla!
Oggi non riesco proprio a scrivere! Huahua, colmate voi le lacune grammaticali e mentali!
Mi è capitato mercoledì di giocare una sessione molto bella di Dungeon World: anche io non trovo il tempo per scrivere, al di là di questi ritagli, un bel post in cui raccolgo alcune considerazioni.
Hai dimenticato il volto di tuo padre (cit.)