Quanto si possono modificare o trasformare i pericoli in corso d’opera?

Quanto si possono modificare o trasformare i pericoli in corso d’opera?

Quanto si possono modificare o trasformare i pericoli in corso d’opera?

Siamo alla quarta sessione ed un pericolo che non hanno ancora incontrato, potrebbe invece essere un’altra cosa forse più interessante e collegata con gli elementi emersi. Posso “trasformarlo” ?

7 pensieri riguardo “Quanto si possono modificare o trasformare i pericoli in corso d’opera?”

  1. Devi trasformare i pericoli inseguito alle azioni dei PG, se queste lo richiedono.

    In altri casi, le regole lo vietano solo quando violi i principi.

    Se credi, puoi farci un esempio;

    intanto ti dico che a me capita di modificare qualcosa, a volte, in quanto so che i fronti sono solo “organizational tools”.

    Se sposti un pericolo da fronte avventuraa fronte campagna, ci stanno anche le modifiche.

    Non puoi modificare un pericolo solo per annullare una vittoria o una scoperta del gruppo. Anche in questo caso, avrebbe senso se un nemico, capendo che i PG sono potenti maghi, recuperasse un talismano antimagia? Sì. C’è anche la mossa giusta. Prova a pensare quale MOSSA può aver fatto laminaccia, per cambiare se stessa.

  2. Saverio Porcari : le egole dicono che puoi inserire altri Pericoli, no?

    La differenza tra “modificare una cosa che nessuno ha mai visto” e “non usare una cosa che nessuno ha mai visto e crearne un’altra” mi pare talmente poca che all’atto pratico è la stessa cosa…

    …modifica pure: i Pericoli sono strumenti a tuo uso e consumo, per renderti la gestione del gioco più facile.

  3. La prima sessione incomincia con un fischio che attraversa il cielo stellato, chi tra i pg si trova all’aperto vede anche una sorta di stella cadente. Poi si sente un boato pazzesco ed il cielo verso la costa, ad ovest brillare di una luminescenza azzurra. Come se ci bruciasse un incendio di fiamme blu.

    Nei giorni successivi hanno visto colonne di fumo levarsi dal luogo dell’impatto. La druida sente dalle voci della natura che c’è qualcosa di nuovo ed innaturale.

    Nella mia concezione e nel fronte originale di campagna questo meteorite “spora”, “richiamato” dall’organizzazione ambiziosa L’occhio nel cielo, capeggiata dal potentissimo Duca del luogo e dal suo braccio destro, il potente Mago/Stregone elfo Jandar, darà luogo ad un’invasione aliena, di alieni insettoidi che prolifereranno e nidificheranno nel luogo d’impatto della spora.

    Alla quarta sessione i personaggi non hanno ancora visitato il luogo dell’impatto, perché stanno seguendo gli elementi del fronte di avventura ed è emerso che eoni fa in questi luoghi c’é stata una battaglia tra divinità. Questa battaglia ha sconvolto il continente e dato luogo alle isole da cui proviene la Druida elfa e l’arcipelago del delta del grande fiume in cui adesso si trovano i personaggi. Un elemento importante è una pietra nera, un minerale che si trova sulle isole dell’elfa e anche in questi territori. Questo minerale è l’oggetto degli studi del mago, oltre che essere l’oggetto totem della druida ed è certo che abbia il potere di essere un catalizzatore magico, rende qualsiasi tipo di magia più forte. Quindi ho detto loro che è il sangue degli dei che si è sparso a seguito di quella battaglia. Insomma sta cosa della pietra, della lotta tra gli dei e del richiamo degli dei in forma fisica sul nostro piano, mi fa pensare che il meteorite potrebbe essere legato al ritorno di uno di questi dei, piuttosto che un’invasione aliena.

  4. Insomma il PG mago ha una specie di simbiosi con uno scettro, un artefatto senziente che contiene lo spirito di un antichissimo sacerdote del popolo degli Ebiens (uomini ibis), il popolo eletto della divinità Araahan la divinità del fiume. Questo antico sacerdote uomo ibis, detto ebilotep millenni fa (la notte di quella mitologica battaglia tra dei) ha richiamato sulla terra questo gigantone di fango, limo, giunchi ed acqua che se le è date di santa ragione con altre divinità. Il popolo degli ebiens si è come “ibernato” cioè hanno messo le loro uova al sicuro dentro a dei tunnel sotterranei e poi si sono lasciati sterminare durante la battaglia degli dei. 

    Quando i nostri personaggi hanno trovato la tomba di Ebilotep ed il ladro l’ha saccheggiata, rubando lo scettro magico si è attivato una sorta di segnale, che ha fatto vibrare come un diapason ed “accendere” dei cristalli incastonati nelle pareti dei tunnel, dando il segnale di risveglio degli Ebiens. Le uova si sono rotte e i piccoli ominidi pennuti sono tornati in vita e adesso guardano al mago “portatore” dello scettro come al loro grande sacerdote. Si sono attivati per il ritorno di Araahn.

    Adesso lo stesso PG mago non esclude l’opzione di rievocare la divinità anche se sa che costerà la distruzione delle città e villaggi nella zona. Cerca di “tenere a bada” lo scettro dicendogli di riservarsi questa come ultima opzione dopo aver valutato alternative.

    La minaccia ovviamente per il fiume, l’equilibrio naturale ci sta bene che siano anche questi schifosi alieni insettoidi, però un ritorno delle divinità sarebbe figo, anche perché il barbaro invece è un seguace del dio del fuoco e della luce (una specie di Rhollor) il quale si contrappone ad un dio della notte e delle ombre. Quindi se voglio sfruttare al massimo questo elemento, potrei rinunciare agli alieni e dire che l’occhio nel cielo ha richiamato sulla terra Il “dio della notte e del firmamento stellato”.

    Non so cosa avete capito di questo delirio, la cosa che mi piace è che in un certo senso il furto iniziale della prima giocata sia stato come una cosa non casuale, ma che in un certo senso sia avvenuto “al momento giusto” e soprattutto abbia avuto un effetto valanga spaventoso.

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