Ciao, avrei una domanda relativa alla generazione degli insediamenti. Nello specifico, nel creare un Villaggio, il manuale propone tra i “problemi” il seguente: “Il villaggio è remoto o inospitale: –prosperità, nanico o elfico”.
Mi sono trovato più volte a guardare con interesse quello specifico problema, per poi rinunciare ad adottarlo in quanto non volevo applicare le etichette “nanico” o “elfico”.
Voi come utilizzate questa voce? Alla lettera? Non la trovate piuttosto restrittiva/contro lo spirito del gioco? (sto pensando ai “nani di pietra alti due metri” di Giù lo Schermo…)
Grazie!
Sono il responsabile dei nani di pietra alti due metri. 🙂
Io quando vedo un’indicazione cerco di usarla. Quindi metto quelle etichette.
Ma se devo essere sincero non credo che fare un villaggio remoto/inospitale senza le etichette nanico o elfico sia un problema e immagino che la risposta degli autori in merito sarebbe un “fate un po’ il cazzo che vi pare”, ma detto in modo più educato XD
Allora, al di là che sono d’accordo con Simone Micucci, qui vorrei anche fare una breve riflessione.
Spesso si dice che Dungeon World non ha un’ambientazione ma, in realtà, per me questo è vero solo in parte. Ci sono diversi elementi di Dungeon World che portano all’emergere di un’ambientazione più o meno definita.
Il fatto che un insediamento «remoto o inospitale» sia nanico o elfico, ci sta dicendo qualcosa sul mondo di Dungeon World; qualcosa come il fatto che gli umani popolino i luoghi più ospitali e che razze come nani ed elfi siano più segregate rispetto ad essi.
Poi, ovviamente, queste cose agiscono sull’ambientazione in maniera così sottile e, se volete, marginale che le si può tranquillamente modificare senza troppi problemi. Se, al posto di nanico ed elfico, mettessimo naga e minotaurico, avremmo un mondo diverso, è vero; ma stabilire come sono i nani, gli elfi, i naga o i minotauri è sempre compito del GM, che lo delega, secondo i suoi obiettivi e principi, ai gioccatori, quando lo ritiene opportuno (e, sì, il regolamento dice di ritenerlo opportuno spesso).
Insomma, cambiare quelle etichette non distrugge il gioco, ma provate a pensare come mai Adam e Sage le hanno messe.
L’approccio “adotta e adatta” mi pare il più percorribile rimanendo nello spirito del gioco. Quindi: il fatto che un villaggio sia remoto o inospitale rende più plausibile e probabile che sia anche popolato da “persone” non proprio allineate con gli standard di civilità del resto del mondo conosciuto. Che poi siano elfi, nani, barbari, redneck, etc. è un di cui da lasciare al processo creativo del gioco.
Ok, mi sento convinto 🙂 Grazie ad entrambi per la risposta!
Se un villaggio è “inospitale” puoi usare anche l’etichetta Liguria.
youtube.com – turismo in liguria super
Se è “remoto”, Molise. Scherzi a parte, DW prende molto del fantasy “standard” (ma si può dire standard?) alla Signore degli Anelli o alla D&D base. Quindi dà per scontato che in gioco ci siano umani, elfi, nani, mezzuomini, orchi… e che in linea di massima essi seguano più o meno tutti i cliché del genere. Lo si vede ovviamente fin dalle razze dei libretti.
Ovvio che se vuoi cambiare qualcosa nella partita che stai giocando, puoi farlo. Io ritengo che uno dei punti di forza di DW è che ti dà delle regole utili, e degli spunti concreti. Se lo spunto di “remoto” è “nanico o elfico”, questo è lo spunto per “qualcosa di non usuale”. Quindi vai con un insediamento di “barbari”, o magari una città di rinnegati, o chi più ne ha più ne metta.
Andrea Parducci Più che “standard”, direi che la definizione corretta è high fantasy.
Io lo chiamo il “fantasy fatto con lo stampino”
È semplicemente fantasy commerciale (e a me piace, eh).
Stefano Pancaldi sì, in effetti è il modo più pratico per definire al volo quel genere. Io ho sempre tirato in ballo high/low fantasy quando parlavo di quantità di magia nella specifica ambientazione di cui parlavo in quel momento, ma effettivamente anche la quantità e il tipo di razze non-umane e lo stile di storia che si viene a creare con Dungeon World “vanilla” sono proprie dell’ High Fantasy.
Andrea Parducci Sì, ma un importante (se non il principale) fattore è la dicotomia tra il Bene e il Male, che nell’high fantasy sono tipicamente entità ben definite e chiaramente identificabili; ne è un ovvio indicatore la presenza del concetto di Allineamento, spesso rapidamente condannato e liquidato come “sbagliato”, mentre si tratta semplicemente di uno strumento di genere.
Da questo fattore derivano quasi tutti gli altri punti: razze che incarnino una delle due facce della medaglia, nemici assolutamente malvagi ed eroi assolutamente puri.
Il trattamento della magia è più un argomento specifico dello Sword & Sorcery, ma concordo che tipicamente se ne trova molta e di grande potere nell’high, e poca o subdola nel low.
Occhio che non mi ritrovo con la vostra definizione di high fantasy.
Stando a Wikipedia, la definizione risale a un saggio del 1971 di Lloyd Alexander e il fattore discriminante sarebbe il fatto che le vicende debbano essere ambientate in un altro mondo, detto “secondario”.
Insomma, le vicende di Conan sarebbero comunque high fantasy, mentre quelle narrate nel Dracula di Bram Stoker, per dire, sarebbero low fantasy.
Daniele Di Rubbo Mah, quella pagina di wikipedia mi pare un pò scarsina, senza contare che proprio quella frase ha un [citation needed] accanto.
Un pò meglio la pagina di TV tropes (ho mai detto che adoro quel sito!?) http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/HighFantasy, e proseguendo lì rimanda a Heroic Fantasy, che sembra includere meglio Conan e simili. http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/HeroicFantasy
EDIT:
PS: per “altro mondo” pare intendano che le storie non sono ambientate nel “nostro” mondo, la Terra come la conosciamo, ma in un mondo – magari molto simile – ma inventato. Non credo che intendano che per forza deve esistere la Terra e contemporaneamente un mondo “secondario” o “parallelo”, nei quali/fra i quali si svolge la storia.
Questo non è sconvolgente: Westeros, la Terra di Mezzo, Krynn, Lodoss, Eberron ecc. sono tutti mondi simili alla terra, a parte le razze extra e la magia presente.
Comunque non siamo i soli che dibattono sulla definizione di High/Low Fantasy, e di quello che invece “normalmente” rappresenta per il normale tizio appassionato di fantasy: https://www.reddit.com/r/Fantasy/comments/3rzpsc/high_fantasy_and_low_fantasy_what_does_it_mean_to/
Io mi ritrovo discretamente con quelli che vedono High e Low come descrizione di:
– quantità di magia nell’ambientazione, e rapporto delle “persone comuni” con essa (comune e/o potente vs. rara e/o debole)
– portata delle vicende (salvo il mondo/universo vs. salvo me stesso/il mio gruppetto di amici)
Ma ovviamente stiamo andando OT, come al solito 😀
tvtropes.org – High Fantasy – TV Tropes
Non lo so: alla fine è una definizione davvero risibile e mi chiedo quanto sia utile.